martedì 24 novembre 2009

Capitolo 3 - Angeli con la pistola









Nicia e i due sovietici erano stesi scompostamente per terra. Il primo un po’ qua, un po’ là, e i secondi erano rigidi come due ceppi di carbone nero. Morti.
<< Stupidi cani! >>
Beatrix avrebbe riconosciuto quel tono altezzoso ovunque.
<< Mark Turner. >> dedusse sospirando.
<< Oh, salve, Oceano… >>
Mark aveva tutte le giuste qualità che lo identificavano per quello che era: un cacciatore. Un completo abbastanza scuro per dileguarsi nel buio della notte, una corazza rinforzata, una scimitarra fissata nel fodero dietro la schiena, una collezione di shuriken, armi da lancio a forma di stella con quattro punte, sparsi nei posti più agevoli per facilitarne l’estrazione.
Per molti era Il Cacciatore. Spietato. Incorruttibile. Determinato. E chi poteva essere stato così abile da far cadere in una trappola ben costruita un branco di licantropi assassini? Mark, ovviamente.
<< Beatrix Miller in un postaccio simile. Però, non ti facevo così... trasgressiva. >>
<< Nemmeno io. >> ribatté lei secca.
Mark mise le mani dietro la schiena e raggiunse Beatrix a grandi passi, che intanto non aveva ancora rinfoderato i suoi pugnali. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
La ragazza se lo ritrovò a pochi centimetri dal suo naso, e lui le delineò il contorno del viso con un dito, soffermandosi sui generosi gonfiori dei suoi zigomi su cui facevano ombra due folte mezzelune nere.
<< Sei sempre la più bella tra dee, Beatrix. >>
<< E tu sei sempre il più bugiardo adulatore tra i cacciatori. >>
Mark elargì un sorriso malizioso e accattivante allo stesso tempo, che evidenziò la lunga cicatrice incavata che gli deturpava la guancia destra. Beatrix non seppe mai come se la fosse procurata, e non glielo avrebbe sicuramente chiesto. Una sconfitta, anche se lieve, intacca sempre l’orgoglio maschile, ma soprattutto quello di un guerriero superbo.
<< Mark, che ne facciamo di questi due? >> Una donna, una cacciatrice, giovane dal timbro di voce e dal fisico atletico e asciutto, puntava un grosso fucile alle tempie dei licantropi sopravvissuti alla colluttazione.
<< Portiamoli via e vediamo cosa possono dirci di interessante. Per oggi la festa è durata fin troppo. >>
Un altro gruppo di cacciatori si accostò alla Shee, che simulava una morte apparente con grande talento teatrale. Nonostante il suo petto non si alzasse su e giù per respirare, Beatrix avvertiva le preghiere di supplica rivolte alla Dea che Sheila salmodiava mentalmente.
<< Mark, tienila d’occhio. È pericolosa. >> Beatrix indicò con un gesto la Leanhaum-Shee, che si copriva innocentemente il grembo smembrato per evitare che le sue interiora si riversassero sul pavimento.
Gli avvertimenti di Beatrix erano chiari: Sheila era viva, e se nessuno se ne fosse accorto, la fata avrebbe sottratto al primo poverino disponibile le energie necessarie per compiere il processo di guarigione istantanea. A quel punto, gli sforzi di Beatrix di renderla inerme e inoffensiva sarebbero stati inutili. Con il suo glamour, Sheila avrebbe steso una buona metà della squadra di Mark, quella maschile, logicamente. Le cacciatrici erano forti, ma la Shee, furba e scaltra com’era, avrebbe sicuramente trovato un ingegnoso escamotage per fuggire. Beatrix ne era certa. Okay, non conosceva personalmente la fairy, a differenza di Will, ma chiunque si vede circondato dal proprio nemico, cerca di salvarsi la vita utilizzando ogni risorsa che riesce a cogliere. E Sheila non faceva eccezione.
<< Sheila Reynolds. Fata psicopatica, assassina, violentatrice e... Cos’altro c’era scritto? Ah, sì… fuggitiva. Il quadro diceva viva o morta. E possibilmente, preferisco la seconda possibilità. >>
Beatrix annuì, proseguendo: << Già. Sono tre secoli che Sheila manca alla Corte Oscura. Buttata fuori per le sue manie di grandezza… Ma c’è una cosa che non capisco: è evidente che Sheila ha trovato appoggio dai lycan. Uomini lupi poco capaci di mantenere la mente lucida creano un mix perfetto per adescarli nella sua ragnatela. Ma cosa centrano i vampiri e Will... Cioè William Parker...>>
Mark, guardandosi la punta degli anfibi, rispose con un sorriso sornione che gli acuì la sua cicatrice rosea.
<< Non devi nascondere la tua amicizia con “Will”. E chiamalo amico uno che ti tiene all’oscuro dei suoi loschi piani. Ti avverto. Non ti piacerà. >>
Beatrix strinse i denti. << Spara. >>
<< Tanto per cominciare, Nicolai, l’ex capo alfa di New York, l’ho ucciso io. Ero presente all’arredata sulla trentaseiesima. Anzi, per essere precisi, ero a capo della squadra. >>
La ragazza lasciò cadere le braccia sui fianchi, esausta. << Questo lo avevo intuito Mark, su, va' avanti. >>
<< La Reynolds aveva abbindolato un paio di lycan del clan di Nicolai, sollecitandoli alla ribellione. Si erano schierati dalla sua parte e avevano costituito un nuovo branco. E devo ammettere che è stata un’assurda novità vedere una tribù di licantropi capitanata da una fata schizzata dedita ai più perversi dei divertimenti! Blah! >>
<< Cos’è cacciatore, non sopporti l’idea che le donne vadano al potere? Non mi dire che sei così maschilista e villano! >> La ragazza sollevò le corvine sopracciglia arcuate e ricambiò quel lampo di malizia che stava lentamente riaffiorando nell’espressione facciale
del cacciatore.
<< Beh, vedrei benissimo una come te a occupare il posto di leader. A proposito, stavo giusto pensando…>>
Ma Beatrix lo interruppe prima che potesse aggiungere altro. << No, Mark. Finiscila. Parlami di questo problema più urgente, te ne prego. >>
Mark si rassegnò e gonfiò il torace muscoloso inalando più ossigeno di quello sufficiente per respirare.
<< Nicolai temeva di essere sopraffatto, capisci? Sheila stava radunando un branco che avrebbe di sicuro sconfitto il suo. Sarebbe stato un bagno di sangue. E così, noi cacciatori siamo dovuti intervenire. Non potevamo permettere che quei cani uccidessero persone innocenti anche per puro caso. La notte stessa che ho saputo dove Nicolai e i vamp si sarebbero incontrati, li ho seguiti. È stato alquanto repellente assistere a una simile scena: succhiasangue e cani! Insieme per giunta! Nicolai non sarebbe mai sceso a certi livelli se non fosse stato costretto. Dicevano di voler attaccare i lycan nemici nel loro nascondiglio, nel pieno centro. E sai benissimo che, anche di notte, c’è molta gente per strada. Ma questo non avrebbe fermato i loro propositi. >>
<< Ma in tutta questa storia, i vampiri che cosa ne ricavavano? La divisione del bottino di guerra e un armistizio con i lycan? >>
<< Esattamente. Niente più scontri e ostilità, e fiumi di dollari nelle loro tasche. Ma Beatrix, questa situazione sarebbe stata momentanea. Non appena uno dei due fronti avesse fatto un passo falso, la loro “dichiarazione di pace” si sarebbe volatilizzata nel nulla. E lo dico perché è già successo, tempo fa. >>
Beatrix si concentrò sulle parole di Mark. Adesso tutto le parve più chiaro, ma Will che ruolo aveva in questo pasticcio?
<< E Will? >>
<< Parker è il rifornitore ufficiale… o meglio, era il rifornitore ufficiale di Nicolai, il suo protetto. E quando il suo branco si è diviso in due fazioni, il tuo caro amichetto ha fatto il triplo gioco: armi per Nicolai, per noi cacciatori e per Sheila. Anche se, probabilmente, William non sapeva neppure che dietro questo colpo di stato ci fosse la Shee, perché questa aveva fatto in modo che nessuno conoscesse la sua vera identità, oltre al suo branco. Doveva sembrare una semplice rivalità fra lycan. Le fate sono fatte così, dopotutto. Sono abili nel far credere che una menzogna sia verità indiscussa, anche se tecnicamente non potrebbero mentire, le bastarde... >>
Il cuore di Beatrix fu illuminato da una prorompente luce di speranza, seguita da un lungo sospiro di sollievo. Ricordando la faccia esterrefatta dell’amico quando aveva visto Sheila entrare trionfalmente nella sala del club, Beatrix aveva avuto una notevole prova della sua parziale innocenza. Parziale perché rimaneva comunque il problema che Will, per la centesima volta, le aveva mentito, facendole credere che lui aveva solo fabbricato comuni fucili per una guarnigione di cacciatori. Io progetto, fabbrico e vendo, le aveva detto. Per l’amico era una cosa normale, una ripetitiva routine quotidiana. Ma Beatrix ancora non riusciva a farci l’abitudine, e forse non sarebbe mai riuscita a capacitarsene.
<< Sheila anelava a un obiettivo ben preciso, Oceano. Ritornare nella sua adorata corte, e spodestare il re Kaamos una volta per tutte. Ma per fare ciò, ha esteso il suo esercito da New York a San Francisco, dove ha seminato discordia nel branco di Mallik, ucciso dal suo stesso vice, Nicia, che, come ho potuto felicemente constatare, hai dissezionato con tanta passione. Un tocco da maestro, sublime, fantastico…>>
Beatrix si prese la testa fra le mani e premette i pollici nelle cavità delle orecchie. Adesso basta!
<< Mark, odio ripetermi. Continua. E senza divulgare. >>
Mark rise spassionatamente come se l’esasperazione di Beatrix fosse la migliore barzelletta mai raccontata. Amava farla innervosire, così che il suo viso serico come un bocciolo di rose acquisisse un colorito più acceso, quasi fiammeggiante, in armonia con le sue labbra carnose e scure che ispiravano una bramosia di baci violenti, appassionati, avidi, famelici, inesorabili…
<< Ma è possibile che pensi solo a quello! Puoi cercare di essere un tantino più serio? >> lo rimbrottò la ragazza, che ne aveva fin sopra i capelli dei trucchetti del cacciatore da Don Giovanni incallito.
<< Scusa, scusa... Allora, dove ero rimasto... Mhm... Oh, sì certo. Dicevo... Avendo un numero proficuo di lycan, l’ultima cosa che le serviva per completare l’opera era avere un’armeria sufficientemente avanzata per poter sconfiggere i membri superiori della Corte Oscura. Come ben sai, le fate non si possono uccidere, ma Parker un piano lo avrebbe escogitato. Se non proprio uccidere il re, almeno ferirlo gravemente… Insomma, Sheila doveva mettere fuori gioco i suoi rivali, con ogni mezzo possibile e inimmaginabile.
E così la Reynolds ha rintracciato Will a San Diego, e l’ha messo sotto stretta sorveglianza. Non appena fosse rimasto solo senza alcuna protezione - come credevano questa sera se non ci fossi stata tu - i suoi lupi lo avrebbero preso e condannato ai “lavori forzati”, e nel frattempo i lycan avrebbero avuto la completa supremazia sulle più grandi metropoli del paese insieme alla Shee, ufficialmente la nuova regina della Corte Oscura. E soprattutto, i cani avrebbero avuto la loro chance di giocare con Will, torturarlo con immenso piacere personale, vendicandosi così del danno arrecato nei loro confronti, ovvero il contrabbandare armi con tutte e tre le parti. A quanto pare, per i licantropi il tradimento è lecito, ma non accettano di rimanere neutrali. Devi per forza prendere una decisione e schierarti. È la legge del branco. E Will, essendo un protetto, aveva il dovere di rispettarla.>>
Beatrix sentì improvvisamente la stanza rimpicciolirsi, l’aria divenire sempre più calda e asfissiante e la pelle tendersi come una corda di violino. Avvertiva una cappa opaca e infrangibile chiuderla dentro come un sudario. Nel locale vi si stavano addensando troppe dolorose rivelazioni, ma anche qualcos'altro. Mark e il suo melodramma sull’inaffidabilità dei lycan e sulla perfidia della Shee calcolatrice. Le cacciatrici, armate fino ai denti, e la loro accecante gelosia per un Mark pericolosamente preso da una prolissa, ma pacifica discussione con una bellissima ragazza dagli incantevoli occhi cristallini. Sheila e il suo tentativo di mettere in moto gli ingranaggi del suo cervello per svignarsela a gambe elevate, prima che i cacciatori la portassero via in una stanza di tortura. Will e i suoi imbrogli e le sue continue fanfaluche! Se Beatrix se lo fosse ritrovato proprio lì di fronte... Tra le sue mani... In quel momento... Perdio che gli avrebbe fatto!
L’Incantatrice si girò di scatto, e si diresse verso il bancone ormai penosamente distrutto, ma non trovò quello che cercava. Will era scomparso con la sua solita arte da prestigiatore. Era rimasto solo il piccolo Billy, ancora rannicchiato e tremante dalla paura.
Se non fosse stato per qualche lampada a conchiglia sistemata armoniosamente in cima alle pareti, per diffondere tutto intorno una debole luce rossastra, il buio sarebbe stato totalizzante. Ciò nonostante, le iridi dell’Incantatrice spendevano di un azzurro evidenziatore troppo intenso per poter essere considerato umano. Sembravano due lanterne a neon, come quelle del pub che davano il benvenuto ai clienti, con su scritto “Exotic cafè - Entrate e non ve ne pentirete”. Solo Billy Junior, il proprietario del locale, poteva inventarsi simili pacchianate.
<< Oh-oh. Abbiamo perso un amico. >>. Un accenno di risata da parte di Mark non fece altro che portare all’acme il nervosismo di Beatrix.
Lei serrò la mascella e si aggrappò alla spalliera di una sedia, scaricando tutto il suo peso su di essa e bruciandone i bordi con le unghie. Semicirconferenze nere si stagliarono minacciose su quel legno chiaro da quattro soldi.
Declinò il capo.
<< E dai, non fare così, Oceano. Lo ritroverai, non preoccuparti. >> Così Mark, subito dietro di lei, prese ad esplorare il ventre voluttuoso dell’Incantatrice, accarezzandone le delicate linee dei fianchi anche sopra il tessuto di cotone beige. Era sul punto di strapparle i vestiti di dosso, o almeno quello era il pensiero fisso di Mark, che già osannava la pelle morbida di lei quasi sotto i suoi polpastrelli.
Beatrix, avvampando, lo scansò con violenza. Mark incespicò e indietreggiò di due passi, ma recuperò l’equilibrio senza sforzo.
<< Ma chi ti credi di essere? Il tuo fascino tenebroso da cacciatore con me non attacca! >> gli urlò contro, incapace di controllare i suoi istinti.
Insieme ai suoi rimproveri, un roboante tuono scosse le fondamenta dell’edificio come una violenta scossa di terremoto. Un lampo zigzagante tagliò il cielo stellato come una stoccata di spada, e preannunciò uno scrosciate acquazzone, che da lì a poco si sarebbe abbattuto sulla città di San Diego. Era inevitabile, a meno che Beatrix non riprendesse il controllo di sé.
Combatti! Combatti! E senza paura… Ricorda chi sei… Scava nelle profondità del tuo essere… Trova la forza, il tuo Potere, il nostro Potere. Non ti arrendere, Beatrix. Afferralo, mutalo, padroneggialo.
Gli ammonimenti della sua mentore riemersero come la punta di un iceberg dalla sua memoria. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che aveva udito la sua voce, o soltanto sfiorato il suo volto. Era stata abbandonata in questo mondo dopo che la sua guida se n’era andata via per sempre. Ma Lei, talmente divina, talmente perfetta, sorridente da non sembrare vera, le aveva dato in cambio un dono che molti altri non rifiuterebbero mai.
La vita.
Il suono di quelle due semplici, sciocche sillabe sedarono una pericolosa catastrofe da “The day after tomorrow”, e tutti, compresa Beatrix, ne furono estremamente grati.
<< Okay. Mi dispiace Oceano, non avevo intenzione di farti arrabbiare fino a questo punto. Ma se vuoi un aiuto, ti potrei dare un consiglio per il tuo leggero problemino di autocontrollo. >>
<< Non c’è una soluzione al mio “leggero problemino”, Mark. Questo è ciò che sono, e neanche il più abile stregone dell'universo può cambiare la mia natura, buona o malvagia che sia. >>. C’era rassegnazione nel tono della sua voce, mista a una silente manifestazione di sofferenza. Nessuno, specialmente Mark, avrebbe potuto capire la sua situazione, perché nessuno aveva il suo Potere. Beatrix era davvero sola, e letteralmente unica nel suo genere. Quello della sua mentore era un ricordo che Beatrix non voleva che sbiadisse nel tempo come il colore di una vecchia fotografia. Le rimaneva solo quello a cui sostenersi, a cui sorreggersi, per avere la sicurezza che un giorno, anche se lontano, Lei sarebbe tornata a riprenderla e a portarla via con sé. Finalmente.
<< Mark! >>. Un richiamo imponente riportò l’attenzione di Beatrix sulla sagoma allungata di una cacciatrice alla sua sinistra. << Non dovresti fidarti di lei, andiamocene via. >>
<< Decido io quando è il momento di andare, Sydney. E non ti affannare più di tanto, zuccherino. Io e il mio Oceano siamo soliti avere questo tipo di conversazioni. >>
L’occhiata desiderosa di Mark fu tutta per Beatrix, che nel frattempo si dava della dannata stupida per aver perso la pazienza così facilmente. Si allenava giornalmente proprio per evitare tali episodi. Ma Mark con quella sua faccia da schiaffi non poteva non far emergere il suo lato peggiore. Nemmeno Will le faceva un simile effetto.
<< Oh Gesù mio. La smetti di chiamarmi così? >> La ragazza si apprestò a riprendere fiaccamente la sua giacca di pelle, che giaceva per terra immacolata, senza tracce di sangue o qualche altro materiale organico, e un fermaglio scarlatto abbastanza grande da poter contenere i suoi tempestosi capelli ricci e neri. Per fortuna, nessun danno.
<< Il suo volto era un letto di chiome,
Come fiori in un prato
La sua mano era più bianca dell'olio
che bruciando alimenta le luci sacre.
La sua lingua era più tenera
dell'armonia che oscilla nelle foglie
chi l'ascolta può rimanere incredulo,
ma chi ne fa esperienza crede.
>>
Baetrix rimase paralizzata e stupefatta. << Da quant’è che sei un amante di Emily Dickinson? Non ti ci facevo.>> Mark Turner e la poesia erano come due sentieri nettamente opposti, due anime incompatibili, il diavolo tentatore e l'angelo custode, un uragano distruttore e un placido ruscello... Come era possibile?
<< In pubblico posso anche essere il crudele cacciatore di sempre, ma in privato, beh, ho il mio libero arbitrio. E poi… Cosa c’è di meglio degli idilliaci versi della Dickinson per descrivere un codesto splendore femminile? >> Il cacciatore si fece più vicino, come le sue ampollose lusinghe, ma aveva capito la troppa presa emotiva che aveva su di lei. Una fascia luminosa di qualche centimetro li divideva come se stesse marcando una barriera territoriale.
<< In privato, eh? Sai Mark, questa tua affermazione mi ricorda tanto il capitan Shakespeare. La sua fama di essere il più aggressivo pirata dei mari smentita dal suo temperamento poco maschile: collezionare vestiti da donna e ballare il can can con tanto di ventaglio in pizzo e un neo a forma di cuoricino si può anche fare, purché nessuno lo scopra. >>
Il cacciatore incrociò le braccia al petto e assunse una posa poco rilassata.
<< Mi stai forse elegantemente dando dell’effeminato? >>
Beatrix gli regalò uno di quei tanti sorrisi giulivi che a Mark piaceva particolarmente elogiare decantando famose strofe liriche.
<< Ma certo che no. È solo che gli uomini sensibili mi sono sempre piaciuti, e quindi apprezzo questa tua passione letteraria affine alla mia. Tutto qui. >>
Mark le impedì di voltarsi per raggiungere l’uscita principale, sbarrandole la strada con la sua considerevole altezza.
<< Hai perfettamente ragione, Beatrix. Io e te siamo molto più simili di quello che pensi. Abbiamo gli stessi... impulsi. >>
Beatrix sentì il suo volto in fiamme. << Impulsi? Che vuoi dire? >>
<< Ti ho vista, mentre combattevi. A me accade la stessa identica cosa. Quella nebbia che ti offusca la vista, l’adrenalina che ti pompa nelle vene, la smania di vincere, la consapevolezza di essere superiore a chiunque duelli con te… il piacere dell’uccidere. E non venirmi a dire che poco fa hai fatto a pezzi quei due solo per salvare il tuo subdolo amichetto, perché non me la bevo. >>
L’Incantatrice si rese conto di aver stretto eccessivamente i pugni, perché un liquido caldo iniziò a striarle di rosso cremisi le spanne delle mani.
<< Non è vero. >> Non erano singhiozzi quelli che accompagnavano la sua voce. Non ancora.
<< Sì che è vero, Oceano. Se solo ti unissi a me, insieme potremmo fare grandi cose. Sei un portento, e non puoi combattere da sola questa battaglia. >>
Traduzione: combatti per me, Beatrix, e sii mia. In tutti i sensi.
<< Io uso il mio Potere. Sacrifico ogni misero giorno della mia esistenza per salvare vite innocenti, come te, Turner. E sto bene dove sto. Ma lo sai qual è la vera differenza tra noi? Lo sai? >> Beatrix non attese tanto a lungo per sibilare: << La differenza è che tu
sei libero di ritenere che io sia un’assassina senza scrupoli. Ma nonostante ciò, cacciatore impeccabile dei miei stivali, non sarai mai mio eguale. Hai decisamente ragione: sono pienamente consapevole della mia superiorità. >>
Detto questo, attraversò con indifferenza gli sguardi arcigni delle cacciatrici puntati su di lei, e chiuse violentemente la porta alle sue spalle. Non poteva darlo per certo, ma Beatrix era sicura che Mark stesse impugnando uno
skuriken stellato, pronto per un lancio fulmineo e fatale.

Nessun commento:

Posta un commento